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Uno sguardo al passato…
Il termine tradizionale puzza ormai di vecchio e viene ormai snobbato dagli chef di alta cucina, che hanno sempre più difficoltà a descrivere la loro come una cucina “del territorio”. Alcuni riterranno quello che sto dicendo una vera eresia, ma basta valutare con occhio critico i piatti dei grandi chef per capire che questi termini risultano ormai in controtendenza con quello che viene proposto.
L’Italia è un giacimento gastronomico ricchissimo, di una varietà unica nel mondo. Tale varietà nasce dal fatto che il nostro paese è sempre stato costituito da un dedalo di realtà locali indipendenti, e quindi ha sviluppato una miriade di culture e cucine diverse.
…un occhio al futuro
Il nuovo concetto è la qualità!. Al gastronomo moderno non deve interessare più di tanto la tradizione e il territorio, ma il punto fondamentale deve essere la qualità.
Fino a quando gli scambi culturali erano scarsi e la logistica alimentare non garantiva il reperimento di ottime materie prime da paesi lontani la qualità era garantita dalla tradizione (tecniche, ricette, “know how” tramandati di generazione in generazione) e dal territorio limitrofo alla zona in cui si operava, l’unico in grado di garantire materie prime eccelse.
Nei ristoranti si è quindi iniziata a proporre una cucina dapprima “rivisitata”, che ora spesso è talmente stravolta da non poter davvero più accettare il termine tradizionale.
🟢Per festeggiare insieme a voi la vittoria come miglior carbonara della Tusciae nel contest di @anonimasocietacarbonari …abbiamo organizzato per voi un’aperitivo a base di carbonara con....CONTINUA